I libri si dividono in due categorie.
Ci sono libri che sono un prodotto: di un autore, di un redattore, di una casa editrice. Ci
sono libri che sono invece un frutto. Sono libri lungamente pensati, accarezzati, custoditi.
Hanno qualcosa non di artigianale, ma di organico, di non fabbricato in serie.
Di questo genere appunto sono le Edizioni lObliquo, ideate e dirette da Giorgio Bertelli.
Bertelli si definisce un "piccolissimo editore". Ma nel mondo contemporaneo i concetti di
piccolo e grande, come del resto quelli di centro e di periferia, hanno accezioni inaspettate.
"Ciò che appare non è", come ha scritto il poeta. Si può essere provinciali a Manhattan
e non esserlo a Rio Bo, essere piccoli come il bacillo virgola e produrre come lui effetti giganteschi.
LObliquo, poi, è per antonomasia Apollo. "Apollo lobliquo non dice e non tace, ma accenna"
insegna il filosofo. Anche queste edizioni accennano: sono discrete, non invasive,
esaurienti senza mai rendere esausto il lettore.
Nel giro di ventanni hanno moltiplicato i nomi, le proposte, sia nel campo della parola
che in quello dellimmagine, con una particolare attenzione in entrambi i territori a quella zona
misteriosa, sospesa tra il dire e il non-dire, che è appunto quella dellallusione.
Quando sua madre gli chiese che cosa avesse voluto dire in una sua poesia, Rimbaud
rispose: "Ho voluto dire quello che ho detto, in questo senso e in tutti i sensi". Anche il silenzioso
direttore de lObliquo potrebbe rispondere allo stesso modo. Le sue scelte, le sue collane
che portano gli allusivi titoli di
Interferenze,
Ozî e
Polaroid, non cercano un solo significato.
Ne cercano tanti.
gennaio 2006
Presentazione del catalogo pubblicato nel ventennale delle Edizioni lObliquo (Passaggi 1)