Elena Pontiggia
Per le Edizioni l’Obliquo, 1986-2006
2006

I libri si dividono in due categorie.
Ci sono libri che sono un prodotto: di un autore, di un redattore, di una casa editrice. Ci sono libri che sono invece un frutto. Sono libri lungamente pensati, accarezzati, custoditi. Hanno qualcosa non di artigianale, ma di organico, di non fabbricato in serie.
Di questo genere appunto sono le Edizioni l’Obliquo, ideate e dirette da Giorgio Bertelli. Bertelli si definisce un "piccolissimo editore". Ma nel mondo contemporaneo i concetti di piccolo e grande, come del resto quelli di centro e di periferia, hanno accezioni inaspettate. "Ciò che appare non è", come ha scritto il poeta. Si può essere provinciali a Manhattan e non esserlo a Rio Bo, essere piccoli come il bacillo virgola e produrre come lui effetti giganteschi.
L’Obliquo, poi, è per antonomasia Apollo. "Apollo l’obliquo non dice e non tace, ma accenna" insegna il filosofo. Anche queste edizioni accennano: sono discrete, non invasive, esaurienti senza mai rendere esausto il lettore.
Nel giro di vent’anni hanno moltiplicato i nomi, le proposte, sia nel campo della parola che in quello dell’immagine, con una particolare attenzione in entrambi i territori a quella zona misteriosa, sospesa tra il dire e il non-dire, che è appunto quella dell’allusione.
Quando sua madre gli chiese che cosa avesse voluto dire in una sua poesia, Rimbaud rispose: "Ho voluto dire quello che ho detto, in questo senso e in tutti i sensi". Anche il silenzioso direttore de l’Obliquo potrebbe rispondere allo stesso modo. Le sue scelte, le sue collane che portano gli allusivi titoli di Interferenze, Ozî e Polaroid, non cercano un solo significato. Ne cercano tanti.

gennaio 2006

Presentazione del catalogo pubblicato nel ventennale delle Edizioni l’Obliquo (Passaggi 1)