INT029
Michail A. Kuzmin

La trota spezza il ghiaccio

Interferenze 29
Dicembre 1994
24 x 17 cm
28 pagine
13 euro

Di questo volumetto sono stati ultimati presso la tipolitografia La Grafica cinquecento esemplari, sessanta dei quali contengono, fuori testo, un’acquaforte di Vit Vejrazka, stampata a mano con torchio calcografico su carta Magnani di Pescia.

A cura di Pia Pera.

Nato a Jaroslav sul Volga da una famiglia di antica fede ortodossa, Michail Alekseevic Kuzmin (1872-1936) trascorse l’infanzia a Saratov. Dopo la morte del padre (1885) la famiglia si trasferì a Pietroburgo, dove Kuzmin frequentò il ginnasio e il conservatorio. Seguirono anni di peregrinazioni, prima in Egitto e in Italia, poi nelle comunità e monasteri dei Vecchi Credenti nel Nord della Russia. Di ritorno nella capitale, Kuzmin frequentò l’ambiente riunito intorno a Djagilev e alla sua rivista Il mondo dell’arte, i simbolisti vicini a Brjusov, la celebre "Torre" di Vjaceslav Ivanov e il salotto della Kommisarzevskaja. Ricordato soprattutto come scrittore e poeta, Kuzmin fu apprezzato dai contemporanei anche come musicista, drammaturgo, autore di canzonette e libretti per opere e balletti. Nella sua poetica di ispirazione apertamente omosessuale, Kuzmin ha combinato un settecentismo libertino e stilizzato, il senso di un’antichità vissuta in spirito estetizzante, e la ricerca metafisica, mistica ed esoterica. Tutti motivi che volle associare a un ideale di limpida e terrena poesia: come scrisse in La bella chiarezza (Apollon, 1910), "certi artisti offrono agli uomini il caos, una impaurita dubbiosità e la disgregazione del loro spirito, altri donano al mondo la loro armonia", ma per l’artista trovare la pace con sé e con il mondo è un dovere estetico, morale e religioso, questo nonostante in tempi torbidi "gli autori che mettono a nudo le proprie ferite" possano incidere più intensamente sui nervi del pubblico. È quanto avviene al Kuzmin del ciclo di poesie qui presentato, scritto quando il mondo del 1910 era ormai un ricordo logorato da quasi due decenni di torbidi e cataclismi, e la rinuncia alla "bella chiarezza" non poteva ormai impedire al poeta di considerare questo suo ciclo il capolavoro e l’espressione più compiuta della sua poetica.
In Italia l’interesse per Kuzmin è relativamente recente: sono stati tradotti il racconto Vanja (Roma, E/O, 1981), La prodigiosa vita di Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro (Palermo, Sellerio, 1991), Le avventure di Aymé Leboeuf e Il viaggio di Sir John Fairfax in Turchia ed in altri straordinari paesi (Brescia, l’Obliquo, 1991) e Le avventure di Aymé Leboeuf (Palermo, Sellerio, 1993). Una prima versione di La trota spezza il ghiaccio è apparsa su Linea d’Ombra (N.27, maggio 1988).

Prologo primo

Il fiume è ghiotto di ghiaccio:
scruta il cielo invernale.
Catene di zucchero caramellato
tintinnano fragili come liuto.
Batti, trota, più forte!
Perché sei stanca certo
del sole in acquamarina,
dell’ombra degli uccelli in volo.
Più violenti i tuoi strappi
più tagliente il suono: il ritorno dell’amicizia.
Sul ghiaccio sta un contadino.
La trota spezza il ghiaccio.

INT029
Vit Vejrazka

Acquaforte
230 x 160 mm
50+X esemplari firmati e numerati