fuori collana 58
Novembre 2013
17 x 12 cm
45 pagine
11 euro
Di questo volumetto sono stati ultimati presso la tipografia Grafiche Artigianelli cinquecento esemplari, cinquanta dei quali contengono, fuori testo, un linoleum di Franco Rinaldi, stampato a mano dallautore su carta Hahnemühle.
Testi critici di Giuseppe Fusari, Agostino Mantovani, Nicola Baroni. Ventotto tavole di Franco Rinaldi.
Franco Rinaldi, nato nel 1954, si dedica alla pittura sin dalla fine degli anni settanta. Dal 1989 si dedica anche alla grafica, sua è la xilografia in copertina del libro di Alda Merini La vita facile, Bompiani 1996. Nel 2006 per La Nuova Rapida Cremona pubblica con Padre Galdino Tagliabue Necessità della Pasqua e nel 2007 La notte che illumina. Numerose opere accompagnano i libretti del Pulcinoelefante e delle Edizioni lObliquo. "Città e dintorni" pubblica in copertina un suo disegno. Sue opere compaiono in "Vogue Italia", "Tono Minore", "Dentro Casa", "Stile Arte", "Nostro Lunedì", "LAgo" e in numerosi quotidiani. Nel 2005 curata da Riccardo Barletta esce una monografia per la Primos Gallery Edizioni. Nel 2009 per "Stile Arte", curata da Maurizio Bernardelli Curuz, esce Nei giardini del sogno. Per le Edizioni lObliquo ha pubblicato nel 1996 con Alberto Casiraghy Il mio oceano che dorme, nel 1997 con Alberto Albertini Fuochi fatui e nel 2012 con Alessandro Pelliccioli Lorizzonte verticale.
È subito da dire: larte di Franco Rinaldi punta alla resa sintetica dellidea, anzi alla ricostruzione grafica dellidea; perché il concreto si realizza semmai nel titolo che è un indizio per la lettura del rappresentato. Il concreto - con questo intendo il percepibile, il descrivibile, il fisico - ha spazio, quindi, solo come vademecum, come indirizzo verso la ricostruzione del campo nel quale vive lidea. Per questo i suoi dipinti (e ancor più le sue carte) sono originariamente mappe di indicazione, mezzi di orientamento. Non si trova la descrizione perché lidea non può essere descritta ma solo intuita, e conosciuta, abbracciata per mezzo di indizi che non la contengono ma la indicano. Sembra un concetto difficile ma, paradossalmente, guardando le opere di Rinaldi si arriva per intuizione a quello che deve essere intuito e non è affatto macchinoso questo percorso, proprio perché lartista - anche grazie a un lavoro di molti anni - ha imparato a scegliere gli indizi e a costruirli in modo che quello che appare sulla tela e sulla carta sia davvero una specie di cartina geografica dellanima.
Giuseppe Fusari