fuori collana 46
Dicembre 2009
24 x 17 cm
37 pagine
ISBN 9788888845791
13 euro
Finito di stampare nel mese di dicembre 2009 in cinquecento esemplari dalla tipografia Artigianelli, sezione Tipolitografia Queriniana, Brescia.
Sette fotogrammi tratti dallopera cinematografica di Andrej Tarkovskij. Un testo di Massimo Morasso.
Andrea Valcalda ha curato, insieme a Massimo Morasso, la riedizione integrale del Supplemento Letterario del Mare, rivista italiana diretta da Ezra Pound. Ha tradotto testi di Balthus e Pierre Klossowski. Ha pubblicato nel 2006 presso le Edizioni lObliquo Florilegio per Carmelo Bene. Si dedica a studi condotti attraverso la ricerca, lelaborazione e la riproposizione di immagini.
Massimo Morasso è poeta, saggista, traduttore. Redattore di "clanDestino", ha collaborato a "LIndice", "Micromega", "Antologia Vieusseux", "Humanitas", "Poesia" e altre riviste. Con le Edizioni lObliquo ha pubblicato tre plaquettes di poesia (Nel ritmo del ritorno, 1997; Distacco, 2000 e Le storie dellaria, 2000) e due libri di Yvan Goll (Chaplinata, 1995 e La rivolta di Giobbe, 1998). È studioso di Rainer Maria Rilke e Cristina Campo.
In Andrej Tarkovskij, o la catastrofe ogni fotogramma è un controcanto-antidoto allestetismo, è la testimonianza di una pratica intellettuale che si risolve con naturalezza in una (pur rispettosissima) critica implicita al fasto più propriamente ideologico dellimmaginazione rilkiana/tarkovskijana. La "mitica" frantumazione dellidentità fra parola e cosa è il peccato originale con il quale ogni onesto, meditabondo "raccoglitore di immagini" non può non fare i conti. Ma lo struggimento per lattesa saldatura non passa per le vie dellastrazione; lintreccio e la con-fusione, qui, degli spartiti mentali di due geni chiamati a dare espressione alle grammatiche profonde dellinteriorità consente a Valcalda di garantirsi un legame con il fondo autentico dellesperienza spirituale. In ognuno di questi maestri avviluppati dallinvisibile, in effetti, cè stato qualcosa di incomunicabile, unidiosincrasia e uno scacco che hanno rinunciato a esprimere. Se tramite immagini e parole il poeta Rilke e il cineasta Tarkovskij sono stati capaci di offrire uninterpretazione umanamente credibile della realtà, al loro compulsatore post-novecentesco è bastato porre il proprio vibratile scandaglio mentale ai margini di quellinterpretazione, e di quellincomunicabile. Le sette scene, isolate, le sette visioni che Valcalda ci lascia in eredità con questo suo singolare libretto sono anchesse cose, a pensarci bene. Ma cose nuove, sapientemente riattualizzate, di fronte alle quali risuona in noi il triplice eco di un meditato, tuttaltro che infruttuoso assalto alle porte del mistero.
Massimo Morasso