Attilio Lolini
1999

Il primo, bellissimo libro delle Edizioni l’Obliquo, uscì nel 1985: Isidore Ducasse Conte di Lautréamont, sette brani scelti dal primo de I canti di Maldoror, nella versione di Giorgio Bertelli. Mi colpì, in modo particolare, la traduzione di questo 'passo': Prends garde, la nuit s’approche, et tu es là depuis le matin. (Attento, la notte s’avvicina, e tu stai lì fin dal mattino). Il volumetto conteneva, fuori testo, un’incisione originale dello stesso Bertelli ed era stampato in 200 copie che, per la verità, mi parvero eccessive, avendo stabilito, non so perché, che cinquantanove esemplari di un testo fossero più che sufficienti per coprire i bisogni e le richieste del mercato internazionale.
Un libro facilmente reperibile è un non libro essendo assimilabile ad un prodotto qualsiasi: un Oscar, un Mito o quant’altro è un prodotto identico ad un sofficino Findus o ad un pollo Arena.
In quindici anni di lavoro serio ed esemplare (ma non per questo, penso, il Presidente della Repubblica lo nominerà Cavaliere o Commendatore) Giorgio Bertelli, pittore, grafico ed editore, ha pubblicato molti libri rimanendo fedele a quel modello d’esordio: testi introvabili e strani, grafica impeccabile, cura quasi maniacale dell’impaginazione, poche copie, carte magnifiche, estri imprevedibili tanto da poter dire di lui che rappresenta uno dei rarissimi poeti dell’editoria italiana, in grado di rendere belli e leggibili anche testi che, in realtà, non lo sono. I libri pubblicati da Bertelli sono impreziositi da grafiche squisite e inquietanti; austeri ma, talvolta, follemente colorati, ognuno d’essi testimonia dell’amore che ha un padre per il proprio figlio e dell’insofferenza per l’editoria commerciale, per il computer, la fotocopia e l’orrenda carta riciclata.

tratto da: L’Obliquo (1985-2000), Medusa, Milano 1999