PSG019
Agostino Perrini

Opere

Passaggi 19
Ottobre 2012
20 x 28 cm
211 pagine
ISBN 9788898003006
20 euro

Di questo volume sono stati ultimati cinquecento esemplari, venti dei quali contengono, fuori testo, un disegno di Agostino Perrini.

Testi critici di Dino Marangon, Fausto Lorenzi, Mauro Corradini, Marco Frusca, Fulvio Dell’Agnese. Centocinquantacinque tavole di Agostino Perrini. Un ritratto fotografico dell’artista.

Agostino Perrini
nato nel 1955 a Sale Marasino, paese sul lago di Iseo, vive a Brescia, dove insegna.
Nel 1977 si è diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia con Edmondo Bacci, uno dei maestri dello Spazialismo Veneziano, partecipando alle attività della Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia.
Nei primi anni ’80 intraprende un rapporto di collaborazione con i critici Claudio Cerritelli e Dino Marangon.
Negli anni ’90 partecipa a L’Aura, spazio autogestito per l’arte contemporanea a Brescia.
Dal 2000 collabora come illustratore con riviste, case editrici e come grafico per alcuni studi creativi.

Perrini è inoltre ormai in grado di avvalersi con straordinaria agilità e flessibilità delle più diverse tecniche e materiali: dalla vischiosa consistenza degli oli e degli smalti, alla luminosa trasparenza degli acquarelli, dall’immediatezza delle matite conté o del carboncino alla delicatezza dei pastelli, alla fluidità degli inchiostri, alla tenace oscurità del bitume, alla morbidezza accogliente delle cere e degli encausti, fino all’impalpabile effusività della polvere di grafite e ai puri pigmenti, in un continuo, sottile gioco di scambio tra gli aspetti eidetici e immaginativi, inerenti o conferibili alle varie sostanze e la considerazione viceversa della loro più diretta materialità.
Un’attenzione alle componenti concrete delle diverse prassi creative che porterà Perrini ad allargare ulteriormente, sempre con grande eleganza e delicatezza, il catalogo degli ingredienti chiamati a far parte dei diversi lavori, fino a includere elementi inconsueti ed eterocliti: ceneri, fango, preziosi frammenti di ossidiana, vari lacerti metallici o lignei e ancora acutissime spine, foglie di palma, perfino succo di melograno, impiegati non senza riferimenti poveristici, non solo e non tanto alla ricerca di nuove, inedite insorgenze simboliche, ma quasi a rompere la soggezione alle consuetudini e a voler mostrare come con tutto si possa fare arte.
Dall’altro lato la presenza di corsive iscrizioni, oltre a sottolineare e a precisare le sue immagini, a immettere ulteriori impulsi dinamici e a suggerire direzionalità di lettura dell’opera, sembra confermare il desiderio e la volontà di Perrini di allargare ulteriormente il campo delle relazioni nell’ambito del processo creativo. Non si tratta tanto di titolazioni, ma della consapevole immissione di componenti concettuali che superando però ogni intento classificatorio, introducono ulteriori elementi lirico-immaginativi, aprendo il campo della pittura a nuovi, insieme espliciti e arcani rapporti e a relazioni privilegiate con l’immenso, straordinario universo della poesia propriamente detta.

Dino Marangon

PSG019
Agostino Perrini
Tra denti e parole

Tecnica mista su carta
190 x 265 mm
Firma e data a matita in basso al centro