POL024
Francis Ponge

Testo sull'elettricità

Polaroid 24
Settembre 1997
17 x 12 cm
41 pagine
11 euro

Di questo volumetto sono stati ultimati presso la tipolitografia Queriniana trecento esemplari, sessanta dei quali contengono, fuori testo, un’acquatinta di Sergio Battarola, stampata a mano con torchio calcografico su carta Graphia Sicars nella stamperia Maurizio Scotti di Caravaggio.

A cura di Daniele Gorret.

Attorno all’opera di Francis Ponge (1899-1988) si stanno moltiplicando le monografie e gli interventi critici, a riprova che la sua figura si impone sempre più come una delle maggiori della letteratura francese del nostro secolo.
Con il Novecento Ponge si identifica non solo per ragioni anagrafiche, ma perché ne accostò i grandi movimenti di pensiero e d’arte, dalla fenomenologia al nazionalismo, dal surrealismo al marxismo, senza mai riconoscersi pienamente e definitivamente in nessuno di essi. Fu amico di Braque, di Giacometti e di Paulhan.
Suoi capolavori assoluti: Le parti pris des choses (1942) e La rage de l’expression (1952). Altre opere: Douze petits écrits (1926), Proêmes (1948), La Seine (1950), Pour un Malherbe (1965), Le Savon (1967), Nouveau Recueuil (1967), La fabrique du pré (1971), Méthodes (1971), Pièces (1971), Lyres (1976), L’Atelier contemporain (1977).
Nel ’70 sono usciti gli Entretiens con Philippe Sollers, nell’86 la Correspondance con Jean Paulhan.

Quando, per esempio, guardo uno schema della corsa degli elettroni liberi, dei loro imprevedibili zig zag e del loro lento concomitante concatenarsi in quello che chiamiamo una corrente elettrica, non vedo in ciò nulla che non mi ricordi, tenuto conto della nozione di quanto d’azione e del principio d’indeterminazione - che me lo confermano soltanto -, il famoso clinamen di Democrito e di Epicuro, applicato ai corpuscoli che essi avevano concepito benissimo.
E certamente ammiro che Planck abbia potuto calcolare la costante "h", ammiro il "progresso" della matematica, come già ammiravo, vi prego di crederlo, i calcoli un po' più antichi che furono confermati dalla scoperta, un giorno, di Nettuno nel luogo in cui lo si aspettava. Ma come non ricordarmi subito che Talete ha potuto predire l’eclissi del 610 avanti Cristo, e come potrei impedirmi di chiedermi se per caso non l’abbia calcolata, e se i mezzi di calcolarla non si trovassero proprio nei santuari dell’Egitto?

POL024
Sergio Battarola

Acquatinta
165 x 115 mm
60 esemplari firmati e numerati