POL023
Hu Yepin

Nel vento del Nord

Polaroid 23
Settembre 1997
17 x 12 cm
38 pagine
11 euro

Di questo volumetto sono stati ultimati presso la tipolitografia Queriniana trecento esemplari, trentacinque dei quali contengono, fuori testo, un disegno originale di Paolo Conti, realizzato con tecniche varie su carta Magnani di Pescia.

A cura di Monica Morzenti. Con due racconti di Bing Xin e Xu Dishan.

Hu Yepin nasce nel 1903 in una regione del sudest della Cina e fin da giovanissimo aderisce con entusiasmo al movimento di rivoluzione letteraria in corso in quegli anni nel suo paese. Membro del Partito Comunista Cinese e della Lega degli Scrittori di Sinistra, paga con la vita il suo frenetico attivismo: verrà infatti ucciso giovanissimo dalla polizia nazionalista.
Oltre a qualche romanzo di un certo spessore, Hu Yepin ci lascia alcuni racconti, mai tradotti in italiano, tra i quali Nel vento del nord è una fredda testimonianza della misera condizione degli intellettuali nella Cina degli anni venti.

La produzione letteraria di Hu Yepin è piuttosto limitata, non foss’altro che per il fatto che la sua carriera di scrittore fu troncata decisamente troppo presto. La sua origine sociale e la sua educazione lo portano a privilegiare temi e toni piccolo borghesi, soprattutto nei primissimi scritti. Con l’approccio al marxismo lentamente muta anche il suo modo di sentire e di scrivere, ma sempre privilegerà la descrizione di sentimenti forti, come l’amore o la solitudine, trattati con toni lievi e velati di malinconia. I suoi romanzi più famosi sono A Mosca e Una luce davanti a noi, rispettivamente del '29 e del '30, drammi d’amore e rivoluzione che intrecciano passioni amorose e lotte ideologiche tra i protagonisti che, pur amandosi, hanno visioni politiche differenti.
Quello che presentiamo qui è un racconto edito nel '28 e quindi scritto con tutta probabilità nel periodo immediatamente precedente. È una descrizione fredda, quasi masochisticamente cinica, della condizione di vita dell’autore, assolutamente emblematica della situazione in cui si dibattevano tanti, troppi intellettuali in quegli anni, o forse l’intero popolo cinese. Un senso di mestizia, di precarietà, di desolatezza, viene efficacemente evocato e trasmesso al lettore in queste poche pagine, dal tono quasi informe, senza virtuosismi letterari, senza immagini retoriche, con un grigiore che ci penetra nelle ossa e ci lascia con un senso di freddo e di impotenza.

Monica Morzenti

POL023
Paolo Conti

Tecnica mista su carta
115 x 165 mm
Firma e data a matita